La prima visita neurochirurgica

Nella maggior parte dei casi una persona si rivolge ad un neurochirurgo in seguito all’indicazione di un altro medico, come il proprio medico di famiglia oppure un altro specialista (spesso un neurologo) o, in taluni casi, dietro suggerimento di un fisioterapista o un osteopata.

In genere si tratta di appuntamenti programmabili. I casi urgenti che necessitano di un intervento immediato sono pochi, la maggior parte dei quali legati ad un evento traumatico, alla comparsa di importanti sintomi invalidanti o per la scoperta di una malattia per la quale bisogna intervenire il prima possibile.

In questo articolo ci occupiamo di descrivere prevalentemente come avviene la prima visita neurochirurgica, quali sono le cose principali da sapere e, soprattutto, qual è il modo di procedere della nostra equipe.

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La prima visita neurochirurgica

La prima visita si svolge secondo dei protocolli dettati da linee guida internazionali redatte dalle società scientifiche a cui ogni medico dovrebbe far riferimento, e che riguardano non solo l’approccio sanitario, ma anche quello etico e deontologico.

La nostra equipe (link), oltre ad essere coinvolta direttamente in progetti di ricerca scientifica, si aggiorna costantemente riguardo agli ultimi protocolli basati sull’evidenza medico-scientifica.

Visita neurochirurgica: le principali cose da sapere

In occasione della tua prima visita uno specialista della nostra equipe neurochirurgica ti chiederà informazioni sulla tua storia clinica e sui tuoi sintomi, oltre che sul tuo stile di vita.

Uno dei nostri medici eseguirà quindi un esame obiettivo, ovvero una serie di test fisico-neurologici per comprendere ancora meglio la tua situazione di salute.

Dopo aver esaminato la tua storia medica e gli esami diagnostici, ti verranno presentate una serie di opzioni di trattamento o, nell’eventualità , ulteriori esami che possano aiutare a valutare meglio la situazione.

Verrai informato dei rischi e dei benefici di ciascuna opzione e ti aiuteremo a prendere la decisione finale riguardo alla migliore soluzione per te.
Ti invitiamo a leggere tutto l’articolo per comprendere meglio come avviene tutto ciò e, in particolare, per avere ulteriori informazioni sul nostro modo di svolgere la professione medica.

Importante: porta con te esami e referti

Te lo diciamo come prima cosa: al tuo primo appuntamento ricordati di portare con te la documentazione medica pregressa, in particolar modo eventuali esami radiologici (risonanza magnetica, TC, radiografie) e ulteriori esami (come l’elettromiografia ad esempio) o referti di visite precedenti con altri specialisti.

Non è obbligatorio ovviamente portarli con sé e, qualora sia necessario, prescriveremo noi gli esami utili; ma se hai già fatto altri esami o visite, è importante che il neurochirurgo ne prenda visione, lo diciamo per te!

Il neurochirurgo esaminerà personalmente ogni referto con te durante la consultazione e ti porrà specifiche domande per cercare di avere un quadro sempre più dettagliato del tuo stato di salute.

Ad ogni modo non ti preoccupare, sarà la nostra segretaria a ricordarti i documenti che dovrai portare all’appuntamento!

Documenti da portare

Vuoi prenderne nota ecco qui un elenco di documenti che potrebbero essere utili da portare al momento della prima visita.

La visita neurochirurgica con gli specialisti di BSP

Al contrario di quello in molti pensano, il neurochirurgo che pratica la chirurgia spinale non è il medico a cui portare il referto della propria risonanza magnetica per farsi mettere in lista per essere operati.
La valutazione clinica è di primaria importanza per delineare la strategia terapeutica e i neurochirurghi della BSP hanno l’abitudine di visionare le immagini della risonanza o della TAC e correlare eventuali alterazioni con i sintomi lamentati dal paziente. Per quanto possa sembrare un concetto banale, il trattamento delle patologie della colonna vertebrale passa innanzitutto attraverso una profonda conoscenza delle innumerevoli manifestazioni di sindromi dolorose che spesso non hanno una diretta correlazione con ciò che è refertato in risonanza magnetica. Un esempio di quotidiana esperienza è il paziente che giunge alla nostra osservazione per una “protrusione discale lombare”, la quale è pressoché mai causa di dolore vertebrale, ma piuttosto una manifestazione di normale invecchiamento della colonna.
Avere una formazione chirurgica permette quindi di sapere quando un problema possa avere ancora possibilià di risolversi con una terapia conservativa o se, anche in base alle individuali esigenze del paziente in esame, necessitare di un intervento chirurgico.

Perciò la prima visita è fondamentale, serve ad inquadrare la condizione clinica della persona che si rivolge a noi e ad instaurare un rapporto medico-paziente basato sulla fiducia e la chiarezza.

Ci teniamo particolarmente a questo aspetto:

ascoltare con attenzione il paziente e i suoi bisogni serve a fare non solo una diagnosi migliore, ma anche a decidere il trattamento più adatto.

Cercheremo di metterti a tuo agio e ti garantiamo la nostra massima attenzione e disponibilità.

Per questo siamo disponibili a metterci in contatto direttamente anche con gli altri medici di altre branche che ti hanno seguito fino ad ora.

È nostro compito e responsabilità far comprendere al paziente nel migliore dei modi il proprio quadro clinico, i possibili decorsi della patologia e come sia possibile intervenire.

Non esitare a porre domande

Durante il primo appuntamento non esitare a porre domande, siamo a tua completa disposizione, come è giusto che sia.

Dovrai uscire dall’ambulatorio solo quando tutto ti sarà chiaro. Inoltre se senti il bisogno di farti accompagnare da una tua persona di fiducia, che ascolti con te quanto verrà detto, ti suggeriamo di farlo, non ci sono problemi!

Gli strumenti a disposizione del medico

Sono pertanto 3 gli strumenti che abbiamo a disposizione durante la prima visita:

Rapporto Medico/Paziente: una questione di fiducia

Ascoltarti con attenzione è molto importante, ci può aiutare a capire molte cose e, assieme all’esame obiettivo e all’analisi dell’eventuale documentazione clinica precedente, ci permetterà  di aiutarti al nostro meglio.

Per questo occorre che ti senta a tuo agio e libero di parlare dei tuoi problemi di salute e delle tue necessità. Con queste informazioni potremo così pianificare l’intervento giusto sulla tua persona, ponendo obiettivi realistici e riducendo al minimo i rischi.

La soluzione è sempre un intervento neurochirurgico?

In genere ci si dovrebbe rivolgere al neurochirurgo solo quando altri tipi di terapie meno invasive non hanno avuto effetto, quando i farmaci o la fisioterapia non sono riusciti a dare i benefici sperati. Ovvero seguire per ogni patologia gli step diagnostici e terapeutici indicati dalle linee guida internazionali.

Noi valuteremo bene il tuo caso specifico e insieme soppesare tutti i rischi e i benefici delle varie strategie di cura applicabili e della loro durata nel tempo.

Siamo in grado di proporre tante soluzioni diverse, anche grazie alla collaborazione con altri specialisti e centri medici di eccellenza.

Al giorno d’oggi la neurochirurgia si è molto evoluta, ogni tipo di intervento ha variabili infinite poiché ci sono tante tecniche che possono essere messe in campo per una stessa patologia: bisogna conoscerle tutte e questo permette di trovare il modo di creare il minor trauma possibile al paziente, di fare in modo che possa raggiungere quanto prima la massima qualità  di vita auspicabile.

La neurochirurgia microinvasiva: meno rischi e tempi di recupero rapidi

Oggi con le tecniche microinvasive è tutto più guidato e si riesce a fare un lavoro che prima si realizzava con interventi più rischiosi e traumatici.

L’operazione all’ernia cervicale (link) è, ad esempio, un intervento che riusciamo a fare in circa 40 minuti ed è praticamente indolore.

Attualmente riusciamo ad intervenire con successo anche su pazienti molto anziani, che riescono a mettersi in piedi pochi giorni dopo l’operazione.

Un lavoro di equipe

Lavorare da soli, così come anche suggerito dagli studi più recenti, non è mai la scelta migliore in questo ambito.

La nostra equipe ha avuto sin da subito questa intuizione:

infatti nasciamo come un team di lavoro, così da aumentare giorno dopo giorno l’affiatamento e la precisione, riducendo di conseguenza i margini di errore e il tempo degli interventi.

Inoltre ci interfacciamo sempre con tutte le varie figure che possono aiutarci a creare le migliori condizioni per l’intervento o per attuare una strategia terapeutica efficace.

Per questo prima di procedere, in caso di necessità, coinvolgiamo anche altri specialisti di fiducia, sia prima che dopo l’intervento.

2 commenti su “La prima visita neurochirurgica”

  1. Gentili Signori,
    In data 05/08/ 2023 mi hanno fatto un trattamento R.F. delle branche mediali.La domanda quanto tempo necessita per avere un miglioramento? Sino ad oggi purtroppo negativo controlla fra due settimane cosa,mi debbo aspettare oppure possono rifare il trattamento?
    Grazie per il vostro cortese riscontro.
    Cordialmente Luigi Vetri anni 78

    1. Buongiorno,

      nella nostra pratica, un trattamento di radiofrequenza continua sulle branche mediali con un buon risultato clinico sortisce un beneficio apprezzabile per il paziente entro la prima settimana dalla procedura. Ciò è fortemente influenzato anche da

      – trattamento farmacologico concomitante
      – tipo di radiofrequenza pratica, per esempio continua o pulsata
      – corretta indicazione al trattamento di radiofrequenza nel suo caso specifico

      In questo caso la invitiamo a consultare il suo terapista del dolore/chirurgo curante che l’ha operata.

      Cordiali saluti
      Team BSP Neurochirurgia

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