Ernia del Disco Cervicale

Ultimo aggiornamento il 18 Luglio 2022

L’ernia del disco cervicale è una patologia frequente nella popolazione adulta ed è dovuta alla degenerazione dei dischi vertebrali che si trovano nella tratto cervicale della colonna vertebrale.

Può accadere che, per effetto naturale o genetico, per posture sbagliate, per traumi acuti o cronici continuati nel tempo (come le sollecitazioni che subiscono gli autisti) i dischi intervertebrali subiscano una degenerazione che causa la fuoriuscita di parte di essi (il nucleo polposo) dalla propria sede e causi una compressione delle strutture nervose della colonna cervicale (radici o midollo spinale).

La compressione delle radici nervose genera dolore cervicale che può estendersi a livello del braccio fino alla mano (cervicobrachialgia). La compressione del midollo spinale può generare la cosiddetta mielopatia, danno a carico del midollo spinale su base compressiva.

Fattori predisponenti la fuoriuscita di un’ernia del disco cervicale sono:

Indice dei contenuti

Ernia del disco cervicale

Sintomatologia

L’ernia discale cervicale è frequentemente la causa di dolore al collo e alla spalla, dolore irradiato al braccio, intorpidimento e formicolio al braccio o alla mano.

Il dolore può essere diffuso, intenso e difficile da localizzare, oppure acuto tipo bruciante associato a sensazione di “scossa elettrica” e facilmente localizzabile. In genere, il dolore alle braccia o al collo costituisce il primo sintomo di un’ernia discale che comprime la radice nervosa cervicale, l’intorpidimento, il formicolio e la debolezza a livello muscolare del braccio e della mano compaiono più tardivamente.

Il dolore viene, in genere, descritto come intenso e acuto e spesso peggiora durante i movimenti del collo. L’insorgenza del dolore per via di un’ernia discale può verificarsi improvvisamente o può essere preceduta da una sensazione di rottura.

ll paziente spesso riferisce di aver avvertito un rumore a livello del collo, tipo “crack”. Infine se la compressione a carico della radice nervosa persiste possono comparire ipostenia (difficoltà e affaticamento durante i movimenti del braccio), iporeflessia (riduzione dei normali riflessi osteo-tendinei) e atrofia muscolare (riduzione volumetrica di uno o più muscoli del braccio, della spalla e del collo).

Oltre alla sintomatologia dolorosa a carico del collo e delle braccia (sintomi radicolari), i pazienti molto spesso lamentano mal di testa cronico, vertigini, giramenti di testa, nausea e vomito.

Diagnosi

La diagnosi di ernia del disco cervicale si basa sulla valutazione clinica e su esami d’immagini come la RMN e la TAC della colonna cervicale. Va inoltra aggiunto che gli esami neurofisiologici ed in particolare l’elettromiografia degli arti superiori rivestono un’importanza clinica in caso di ernia discali multiple o sintomatologia dubbia.

Un’ernia del disco cervicale va sospettata in tutti i pazienti che lamentano dolore al collo con estensione a carico delle spalle e di uno o di entrambe le braccia.

Altri sintomi suggestivi di una compressione radicolare da parte di un’ernia sono formicolii, alterazione della sensibilità a carico delle mani o delle punta delle dita, riduzione della forza a livello delle braccia o delle mani, facile faticabilità delle braccia, riduzione volumetrica di uno o più muscoli degli arti superiori.

Altri sintomi che tipicamente possono associarsi con la presenza di un’ernia discale cervicale sono giramenti di testa, vertigini, mal di testa tensione muscolare.

Le metodiche diagnostiche strumentali sono principalmente rappresentate dalla:

Risonanza Magnetica cervicale senza mezzo di contrasto (esame di scelta nella diagnosi dell’ernia del disco cervicale), rappresenta l’esame standard fondamentale per confermare la diagnosi clinica. Consente una diretta visualizzazione dell’ernia discale e delle eventuali discopatie. Permette di documentare la presenza di degenerazione artrosica del rachide cervicale e di compressioni radicolari e midollari.

L’elettromiografia è un esame neurofisiologico che consente di valutare quantitativamente il danno a carico delle strutture nervose coinvolte dalla compressione da parte di un’ernia del disco cervicale. È particolarmente utile in caso di dubbi diagnostici e nelle ernie discali multiple, consentendo infatti di discriminare tra ernia del disco sintomatiche ed asintomatiche;

TAC (tomografia assiale computerizzata) cervicale senza mezzo di contrasto, offre un’ottima visualizzazione delle strutture ossee e permette di individuare osteofiti e calcificazioni del legamento longitudinale posteriore. Non permette però la visualizzazione eventuali compressioni radicolari o midollari (la TAC è da considerarsi un esame di seconda scelta nello studio dell’ernia del disco cervicale);

La radiografia del rachide cervicale dinamica con proiezioni in massima estensione e massima flessione (RX dinamico del collo), consente di documentare fenomeni d’instabilità vertebrale cervicale, come in caso di spondilolistesi cervicale (scivolamento delle vertebre cervicali).

Trattamento

Nelle ernie del disco cervicali in assenza di deficit neurologici e compressioni midollari il trattamento consigliato è di solito conservativo, e consiste in:

Terapia farmacologica con FANS (farmaci anti infiammatori non steroidei) e cortisonici.

Terapia fisica con trazioni cervicali manuali o meccaniche.

In caso d’insuccesso della terapia conservativa (dolore persistente al termine della terapia farmacologica e fisica) o in presenza di deficit neurologici (formicolii, alterazione della forza) e compressioni midollari è necessario valutare il trattamento chirurgico.

Il trattamento chirurgico tradizionale dell’ernia del disco cervicale è la discectomia microchirurgica con accesso anteriore pre-sternocleidomastoideo.

Esistono inoltre delle procedure chirurgiche mini-invasive e percutanee che consentono di effettuare una decompressione delle strutture nervose compresse dall’ernia con un basso rischio di complicanze.

La prima di queste è la decompressione foraminale posteriore secondo Scoville. La seconda, che rappresenta un’innovazione nella chirurgia della colonna vertebrale cervicale è la decompressione foraminale percutanea con sistema D-TRAX. Queste procedure sono degli innovativi accessi chirurgici che grazie allo sviluppo di nuovi strumentari permettano di eseguire decompressioni selettive del canale spinale cervicale mediante piccoli tagli cutanei (anche inferiori ad un centimetro) con una netta riduzione del dolore post-operatorio, una radica dimissione a domicilio e una veloce ripresa delle normali attività della vita quotidiana.

Discectomia microchirurgica cervicale

Discectomia microchirurgica cervicale con approccio anteriore pre-sternocleidomastoideo.

Una cervico-brachialgia sostenuta da una voluminosa ernia discale cervicale giova di un trattamento chirurgico effettuato mediante un approccio anteriore (approccio cervicale pre-sternocleidomastoideo) la cui finalità è di rimuove l’ernia discale e decomprimere le strutture nervose che possono essere compresse dalla stessa (midollo spinali e radici nervose).

La procedura chirurgica prevede una discectomia (asportazione del disco intervertebrale) con successivo posizionamento di protesi di disco intervertebrale che consente di mantenere inalterata la stabilità della colonna cervicale.

Decompressione cervicale posteriore

Decompressione cervicale posteriore secondo Scoville.

Quando la compressione delle strutture nervose è causata da un’ernia del disco cervicale con estensione all’interno del neuro-forame o da un restringimento (stenosi) del canale foraminale cervicale, la decompressione microchirurgica mono laterale secondo Scoville rappresenta una valida alternativa all’accesso anteriore.

Consente, infatti, mediante un piccolo taglio cutaneo posteriore para-mediana (circa 2/2.5 cm) mono laterale di decomprimere ampiamente il canale foraminale e di rimuovere le ernia del disco con un estensione mono laterale.

Decompressione foraminale percutanea con sistema D-TRAX

Decompressione foraminale percutanea con sistema D-TRAX.

Questa tecnica chirurgica completamente percutanea permette, di eseguire una decompressione dei neuroforami del rachide cervicale mediante 2 piccole incisioni cutanee (inferiori al centimetro).

La decompressione ottenuta mediante il sistema D-TRAX è di tipo indiretto l’intervento ha una durata di circa 30/40 minuti e si esegue in anestesia generale e richiede un ricovero di 24h.

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