Ultimo aggiornamento il 13 Giugno 2022
La sindrome del tunnel cubitale é una condizione associata all’ intrappolamento del nervo ulnare (o cubitale) a livello di un canale presente a livello della faccia interna del gomito, la cosiddetta doccia epitrocleo-olecranica o appunto canale cubitale. Il tunnel cubitale è costituito da:
- Pavimento osseo formato dall'epicondilo mediale dell'omero e l'olecrano dell'ulna;
- Tetto legamentoso che invece è formato da una tenace banda fibrosa tesa tra olecrano ed epicondilo mediale che può presentare un ispessimento noto sotto il termine di banda di Osborne).
Superato il tunnel cubitale, il nervo ulnare entra in un tunnel fibroso formato da un legamento che unisce i due capi muscolari del muscolo flessore ulnare del carpo, anch’essi ancorati all’epicondilo mediale dell’omero e all’olecrano. Anche questa banda fibrosa può presentare un ispessimento tale da generare effetti compressivi sul nervo ulnare che decorre profondamente ad essa.
In alcuni casi la sintomatologia può anche esser associata a un fenomeno di dislocazione o lussazione del nervo ulnare al di fuori della doccia epitrocleo-olecranica durante in movimenti di flesso-estensione del gomito.
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Sintomatologia
I sintomi caratteristici della sindrome del tunnel cubitale includono dolore e disturbi della sensibilità a livello del versante ulnare della mano (la porzione del palmo della mano in corrispondenza delle ultime due dita). I sintomi possono presentarsi nelle ore notturne e sono tipicamente più spiccati al risveglio. Una prolungata flessione del gomito può peggiorare i sintomi dolorosi.
Se trascurata a lungo, la sindrome del tunnel cubitale pùo compaortare la comparsa di disturbi motori (riduzione della forza) a carico dei piccoli muscoli della mano con difficoltà ad eseguire movimenti fini.
In particolare i gruppi muscolari colpiti comprendono:
- Eminenza ipotenar, gruppo muscolare del palmo della mano in corrispondenza della radice del mignolo può ridursi in volume configurando un quadro di atrofia muscolare (vedi foto);
- I piccoli muscoli della regione del metacarpo (regione di connessione tra radice del palmo della mano e dita della mano) sul dorso della mano. Questo fenomeno riguarda i casi più gravi di sindrome del tunnel cubitale.
In questi casi la mano assume una postura caratteristica, detta postura della “mano benedicente”.
Diagnosi
La diagnosi di sindrome di tunnel cubitale è di tipo clinico, si fonda sull’anamnesi (racconto dei sintomi da parte del paziente) e sull’esame obiettivo.
A supporto di un sospetto diagnostico è possibile integrare le osservazioni obiettive con quelle elettroneurofisiologiche richiedendo un esame elettromiografico ed elettroneurografico che possono quantificare il grado di sofferenza del nervo. Questi esami hanno anche un’ ulteriore applicazione in quei casi in cui è necessario fare diagnosi differenziale circa il sito di compressione del nervo che può talora esser presente a livello del polso (sindrome del canale di Guyon) o addirittura sia a livello del gomito che del polso.
Inoltre la diagnosi può essere completata dall’esame ecografico dinamico che consente di visualizzare il nervo lungo il suo decorso constatandone incrementi volumetrici indice di edema del nervo ed anche eventi di dislocazione e lussazione del nervo in corrispondenza della doccia epitrocelo-olecranico in concomitanza dei movimenti di flesso-estensione del gomito.
Trattamento
Il primo approccio terapeutico è conservativo e si basa sull’adozione di norme comportamentali, illustrando al paziente quali movimenti o posture del gomito siano assolutamente da evitare. In assenza di disturbi motori, tale approccio, associato alla terapia farmacologica con FANS ed integratori alimentari che incentivano la rigenerazione del nervo insultato, porta a rapidi benefici e sollievo dal dolore.
Nei casi refrattari alla terapia conservativa o in quelli che presentano deficit motori, il trattamento chirurgico è in grado di offrire una risoluzione rapida dei sintomi dolorosi.
Il recupero della funzione motoria nei pazienti sottoposti ad un intervento di decompressione del nervo ulnare tecnicamente ben riuscito dipende da molti fattori che sono indipendenti dal successo tecnico dell’intervento e spesso richiede tra i 6 e i 12 mesi per apprezzarsi nel massimo della sua espressione.
Tra questi fattori sono inclusi il:
Gravità del quadro clinico preoperatorio, pazienti con quadri neurologici di forte compromissione della funzione del nervo ulnare possono presentare un recupero parziale o assente del disturbo motorio preoperatorio;
Durata dei sintomi preoperatori: quadri clinici inveterati di sindrome del tunnel cubitale con deficit motorio del nervo ulnare recupereranno molto più difficilmente rispetto ai quadri di recente insorgenza della malattia;
Condizioni generali del paziente e fattori aggravanti. Esistono alcune condizioni patologiche che possono influire negativamente sul recupero postoperatorio di un intervento di decompressione del nervo ulnare, l’esempio più comune è la presenza di una neuropatia diabetica che rende ancora più suscettibili i nervi periferici a qualsiasi tipo di insulto.
Esistono diverse tecniche chirurgiche, tra le quali le due principali sono la:
- Decompressione del nervo ulnare nei punti di compressione a livello del gomito e/o del polso;
- Decompressione e trasposizione del nervo ulnare al di fuori della doccia epitrocleo-olecranica.
L’indicazione al trattamento chirurgico adottando una particolare tecnica dipende dalle caratteristiche di ciascun caso di clinico e pertanto varia di paziente in paziente. L’equipe della BSP Neurochirurgia è in grado di effettuare entrambe le tipologia di intervento.
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