L’artrodesi vertebrale è una tecnica chirurgica che indica generalmente la fusione di uno o più segmenti vertebrali.
Si avvale dell’impianto di viti posizionate nel corpo della vertebra attraverso una porzione di essa chiamata peduncolo tra l’altro utilizzando tragitti diversi, uno classico convergente e uno innovativo divergente (Fig. 1).
Le viti vengono collegate con delle barre in titanio e chiuse con dei dadi, di fatto bloccando il segmento vertebrale.
Viene eseguita quando il paziente soffre di dolore lombare che sia causato da:
- Una grave instabilitá vertebrale che provoca lombalgia cronica e resistente a 6 mesi di terapia conservativa;
- Quando, durante il trattamento di decompressione del canale vertebrale per stenosi lombare, è necessario rimuovere una porzione osteo-legamentosa della vertebra (faccetta articolare) rendendola di fatto il segmento vertebrale instabile;
- Fratture vertebrali instabili.
E’ indicata come artrodesi anche l’impianto di fissatori interspinosi con l’obiettivo di fondere i processi interspinosi e di stabilizzare di concerto i processi articolari che spesso sono generatori di dolore lombare cronico.
Negli ultimi anni hanno preso il sopravvento, grazie ad una forte spinta innovativa tecnologica, tecniche di artrodesi intersomatiche: in pratica oltre al posizionamento delle viti vertebrali si rimuove il disco vertebrale e si rimpiazza con una gabbia che può essere in PEEK (un materiale plastico) o in titanio.
L’aggiunta della gabbia ha diversi vantaggi quando viene indicata correttamente:
- Nelle scoliosi il loro utilizzo permette di riallineare il segmento vertebrale colpito correggendone la curva;
- Restituisce la giusta distanza tra i corpi vertebrali aumentando l'area del forame di coniugazione vertebrale. Infatti l'assottigliamento del disco vertebrale ed il conseguente restringimento del forame vertebrale sono frequenti cause di dolore cronico lombare e alle gambe;
- Restituisce la giusta lordosi al tratto lombare trattato attraverso l'uso di gabbie correttamente angolate e posizionate nella metà anteriore dello spazio discale;
- Consente di trattare con successo i pazienti (strettamente selezionati) che soffrono di dolore lombare discogenico resistente a 6 mesi di terapia conservativa e che presentano segnali di alterazione, infiammazione (MODIC) a carico delle vertebre contigue al disco vertebrale;
- Permettono di dare una maggiore stabilità quando si eseguono correzioni cruente di spondilolistesi per cui è necessario bloccare qualsiasi movimento del disco vertebrale.
Le gabbie possono essere posizionate attraverso diversi approcci: posteriore, quando rappresenta uno dei passaggi della decompressione bilaterale o monolaterale del canale vertebrale, prendendo il nome di PLIF (Posterior Lumbar Interbody Fusion) o TLIF (Transforaminal Lumbar Interbody Fusion); laterale, nei casi di intrattabile instabilitá vertebrale anche associata a lieve stenosi lombare prendendo il nome di XLIF (eXtreme lateral Lumbar Interbody Fusion); o anteriore, tecnica usata soprattutto nei casi di revisione chirurgica di pregressi interventi che hanno causato o non sono stati in grado di correggere una perdita pressoché completa (ALIF, Anterior Lumbar Interbody Fusion).
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